Tecnologiche e digitali, ma sempre case da abitare

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Open space dai colori accesi, materiali plastici lucidissimi, pulsanti nascosti per azionare dispositivi occultati alla vista, eppure sempre disponibili all’occorrenza. Negli anni Sessanta, quando Gruppo Romani muoveva i suoi primi passi, immaginare la casa del futuro era un passatempo per appassionati di architettura, di sociologia e di scienza. Oggi, però, sappiamo che le cose sono andate in maniera diversa, che le nostre case sono cambiate, sì, ma non sono state stravolte, e che materiali come la ceramica hanno saputo adattarsi e reinventarsi, accompagnandoci nel presente e gettando le basi per il prossimo futuro.

A metà del Novecento, gli elettrodomestici hanno mosso il primo passo nella contaminazione tecnologica dell’ambiente domestico. Lavatrice, frigorifero, radio e televisione sono entrati progressivamente nelle nostre case e modificato le abitudini quotidiane. Il lavoro domestico si è velocizzato, le funzioni e le destinazioni d’uso di alcuni spazi sono mutate e anche le posture, i movimenti necessari all’interazione con i dispositivi “moderni”, sono cambiate.

Accanto ad elettrodomestici sempre più potenti e funzionali, negli anni Ottanta anche il personal computer è entrato nelle case. Un nuovo dispositivo che permetteva di svolgere diverse attività modificando ancora il nostro rapporto con gli spazi abitativi e che, con l’avvento del Web e delle connessioni internet, ha successivamente concretizzato utopie come il lavoro da remoto e creato dinamiche fino ad allora inedite di socializzazione a distanza.

Tutti questi innesti tecnologici hanno però lasciato sostanzialmente immutata la struttura classica delle nostre abitazioni. Camera da letto, cucina, bagno e soggiorno sono partizioni funzionali ancora valide e in uso, all’interno delle quali le superfici ceramiche mantengono saldamente un ruolo da protagonista per le loro caratteristiche tecniche di resistenza, igiene, adattabilità a soluzioni innovative come il riscaldamento a pavimento, e per l’ampio ventaglio estetico e stilistico offerto a progettisti, designer e clienti finali.

Quello che davvero è cambiato, costringendo a una sensibile evoluzione l’approccio alla progettazione, riguarda soprattutto l’impiantistica, l’ossatura digitale delle abitazioni che ci permette di portare una parte della nostra casa al di fuori delle mura domestiche e di dialogare, all’occorrenza, con i singoli dispositivi che rendono confortevole e sicura la nostra quotidianità.

La frontiera della domotica si è progressivamente spostata, tanto che è prassi consolidata per molti di noi poter avvisare – tramite segnali WiFi – i sistemi di illuminazione, riscaldamento e raffrescamento in modo da trovare il clima ideale non appena aperta la porta al nostro rientro. Stabilito il menu settimanale è più che plausibile che frigoriferi e robot da cucina dialoghino tra loro e ci facciano pervenire sullo smartphone la lista della spesa. Per non parlare dei sistemi d’allarme che ci avvisano in tempo reale di quanto sta accadendo dentro e fuori casa.

In questo scenario, gli stessi involucri edilizi si trasformeranno in dispositivi smart per contribuire alla sicurezza e al benessere di chi ci vive, grazie alle Smart Tiles di Gruppo Romani. Le lastre di gres porcellanato, tradizionalmente impiegate per il rivestimento di pavimenti, pareti e superfici di lavoro sono diventate una scelta performante anche per la messa in opera di pavimenti sopraelevati, facciate ventilate e incollate, contribuendo al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. E oggi, che diventano piastrelle “intelligenti”, proseguono nel cammino tecnologico tutelando sempre più la sicurezza e la qualità della vita.

Il futuro della progettazione domotica passa dunque dall’installazione delle piastrelle ceramiche attive per il monitoraggio delle strutture edilizie. Gruppo Romani ha realizzato la tecnologia per integrare, in un apposito alloggiamento sul retro della piastrella, una micro scheda elettronica con sensori MEMS (micro electromechanical system), in grado di inviare all’interno di un cloud i dati rilevati. Nello specifico, dati sulla temperatura, umidità e grado di rugiada oppure su urti o deformazioni indotte da eventi sismici che possono fornire indicazioni preziose sullo stato di salute dell’edificio e, di conseguenza, sulla sicurezza dei suoi abitanti. Analogamente, i pavimenti galleggianti realizzati con le Smart Tiles possono rilevare eventuali sovraccarichi o monitorare la presenza di persone facendo scattare allarmi perimetrali, oppure dialogare con il sistema d’illuminazione e provvedere automaticamente all’accensione delle luci, al rilevamento del calpestio.

Le applicazioni sono potenzialmente infinite e potrebbero modificare sensibilmente il nostro modo di pensare non solo l’abitazione, ma tutti gli edifici all’interno dei quali svolgiamo la nostra vita, dall’ufficio al ristorante, dalla fabbrica alla scuola. Immaginiamo un centro commerciale capace di comprendere, attraverso i sensori della pavimentazione, quali sono gli articoli più attraenti per la clientela: indirizzerà con maggiore precisione le proprie strategie di marketing e faciliterà la disposizione dei prodotti. Oppure strutture complesse come aeroporti e stazioni in grado di indirizzare lo spostamento di gruppi di persone, grazie ai sensori, guidandole ai gates o ai binari corretti.

Il futuro della casa che inizia dalla ceramica del Gruppo Romani racconta dunque di spazi apparentemente molto simili a quelli che conosciamo già oggi, ma sempre più smart e 5.0, connessi, integrati, studiati per rispondere alle esigenze di stili di vita in continuo mutamento e in continuo confronto con tecnologie pervasive, ma al nostro servizio.

Consigli per le superfici ceramiche

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